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Eccoci! con l’undicesima edizione di Orientoccidente.
Eccoci!
con l’undicesima edizione di Orientoccidente.
Grazie alla Regione Toscana (sulla fiducia), alla Provincia di Arezzo e soprattutto agli Assessorati alla cultura dei Comuni valdarnesi. Senza la premura di quest’ultimi nulla sarebbe possibile. Grazie anche ai preziosi sponsor che condividono il progetto. Grazie alla straordinaria rete di collaborazioni. Al nostro staff. E vogliamo ringraziare anche i nostro amici di Officine della Cultura, fondatori con noi di questo progetto, che da quest’anno non faranno più parte dell’organizzazione del festival, ma con cui continueremo a collaborare (in generale e soprattutto all’interno del Link Festival).
Lo sappiamo, di solito si ringrazia alla fine (e non mancheremo di farlo), ma una manifestazione complessa, dalle sostanziose dimensioni come Orientoccidente, ha nella sua fase preparatoria il momento più impegnativo. E per chi ne firma la direzione – anche questo si sa! – vedere il programma fatto è una sensazione molto simile alla fine di un incubo…
Perché Orientoccidente è prima di tutto un progetto culturale. Bella musica, parole e immagini. Bellezza dei luoghi. Partecipazione. Ma non è una “normale rassegna” di eventi. Ogni anno ci vuole un’idea… E quest’anno l’idea è “la libertà” e il “paziente lavoro di rammendo della specie umana”. Una stupenda espressione! Ce l’ha segnalata Stefano Beccastrini. Viene da un ragionamento di Roberto Rossellini di diversi anni fa (ma poco è cambiato): “La situazione obiettiva del nostro pianeta (aumento vertiginoso della popolazione mondiale, dramma ecologico, accumulo di armi di sterminio di massa, crisi del sistema economico sociale) impone attualmente di stabilire un paziente lavoro di rammendo della specie umana”. Stefano chiosava: “Chiunque lavori invece non a ‘rammendare’ ma a ‘scucire’ ulteriormente (incoraggiando fondamentalismi, fanatismi, razzismi, sciovinismi, nazionalismi vari) la specie umana, va isolato, messo al bando – almeno ideologico, culturale, simbolico – dalla società civile e dalla specie umana medesima”. “Je suis…” è quindi il sottotitolo. La libertà di espressione, di pensiero, di movimento, come atto di affermazione della propria identità nel rispetto e nella voglia di conoscere le identità altrui.
Orientoccidente 2015 racconterà quindi le storie del mondo, attraverso le parole e la musica del mondo. Si inizia, come è ormai tradizione, il 4 luglio (e si ricordano gli eccidi nazifasctisi e il Settantesimo della Liberazione) nel borgo di Castelnuovo dei Sabbioni con Massimo Zamboni (CCCP, CSI) con il reading musicale “L’eco di uno sparo”. Il festival continua l’8 luglio a Loro Ciuffenna con il jazz manouche di Note Noire; il 10 luglio al Centro Perlamora di Figline Valdarno ci sarà l’incontro con Franco Cardini “Il mare blu”, il nostro martoriato Mediterraneo; il 12 luglio a Bucine il reading ”Grune Linie” di Giancarlo Barzagli (e ancora la Liberazione…); il 14 luglio a San Giovanni Valdarno il ritorno della notte della taranta con lo straordinario Canzoniere Grecanico Salentino; e poi due giorni per De Andrè: il 15 a Pergine Valdarno la proiezione del film “Faber in Sardegna” e il 16 luglio a Montevarchi un inedito concerto acustico di Cristiano De André; 19 luglio all’Anfiteatro di Ginestra di Montevarchi Diesis Teatrango presenta “Segni e parole di genti e paesi”; 22 luglio a San Giovanni Roberta Biagiarelli presenterà il suo monologo “A come Srebrenica” (a vent’anni da un eccidio che ha segnato l’Occidente); 24 luglio a Traiana, nel comune di Terranuova Bracciolini, la Casa del Vento con Francesco Moneti; 25 luglio a Reggello, in piazza Potente, il nuovo progetto di Banda Improvvisa; domenica 26, a Pulicciano il pranzo musicale di Companatica Migrante con la band Secondo Appartamento; 28 luglio ad Ambra un’edizione speciale di Baro Drom Orkestar; 5 agosto in piazza Liberazione a Terranuova Bracciolini due magnifiche voci di donne: Ginevra Di Marco ed Elena Ledda, la Toscana e la Sardegna; giovedì 6 agosto festa finale a Loro Ciuffenna con i ritmi latino-americani di Forrò Miòr. E poi la rassegna cinematografica “La nostra memoria inquieta” a San Giovanni Valdarno (ancora dedicato alla Liberazione), i video di The Zest, la collaborazione con il Perlamora Festival di Figline e Incisa Valdarno, con il Traiana Summer Fest, con Slow Folk 7 – Suoni di Terra Madre.
Mi sembra che sia tutto… più o meno.
Quindi: che le idee si liberino e la musica (e tutto il resto) cominci!
Buon ascolto e buona visione,
giampiero bigazzi
#orientoccidente2015